LORENZO NIGI IN
BREVE
Lorenzo
Nigi ha carattere da vendere, è uno che non molla mai. In pianura, in salita, a
cronometro, controvento, sotto l’acqua, ovunque e comunque: piuttosto che
l’onta del mollare una buona ruota preferisce un ben più onorevole arresto
cardiaco…
Alberto Contador, tanto per fare un esempio, ama raccontare agli amici un
curioso aneddoto. Il tutto successe quando Alberto Contador non era ancora
l’Alberto Contador che tutti conosciamo…
Mentre si allenava dalle parti di Bolzano per preparare l’imminente Tour de
France Alberto sentì un ringhio sommesso alle sue spalle. Pensò trattarsi del
suo amicone Gennarino Gattuso ma quando si voltò, grande fu la sorpresa nello
scorgere alla sua ruota un tizio con la barbetta di 10 giorni che mordeva il
manubrio della bicicletta come se fosse una succulenta tibia da disossare. Era
il Mastino di Dio, come in seguito Auro Bulbarelli durante la telecronaca della
sagra del brigidino a Lamporecchio soprannominerà Lorenzo Nigi. Ebbe paura,
Contador, e come dargli torto?, perché quegli occhi indemoniati sembravano
particolarmente interessati al suo polpaccio destro. Rabbrividì al pensiero di
presentarsi alla partenza dell’imminente Tour con un calco di 32 denti sul polpaccio
e così, tanto per non incorrere in imbarazzanti inconvenienti, decise di
accelerare l’andatura e di mettere quanta più strada possibile tra sé e
l’estraneo. Cominciò di buona lena ad ascendere il passo del Tonale, aumentando
progressivamente la velocità (il contachilometri toccò i 68 all’ora), arrivò in
cima in 8 minuti esatti e quello era sempre dietro, con un filo di fiatone,
forse, ma appiccicato alla sua ruota come un bambino alla gonna della mamma. Si
lanciò in discesa a rotta di collo, tagliò un paio di tornanti, uscendo di
strada e disboscando mezza riserva naturale, ma quello era sempre dietro.
Scalarono e poi discesero il Mortirolo e subito dopo l’Aprica e quello era
sempre dietro. Anzi, talvolta gli zompava persino davanti, come sfidandolo
a fare di più. Attaccarono lo Stelvio e indovinate un po’? Quello era sempre
dietro… Sul cucuzzolo dello Stelvio, esausto, dopo 368 km su e giù per le
montagne, Alberto dovette fermarsi a riprendere fiato, pronto comunque a
vendere cara la tibia. Con grande stupore vide che però quello tirò dritto,
dietro alla ruota di Ivan Basso che nel frattempo si era unito alla
combriccola.
Poche settimane dopo Alberto Contador, grazie all’ottimo allenamento di
quel giorno, vinse il suo primo Tour de France. Invano, negli anni successivi,
cercò di ritrovare la stessa condizione fisica: ci provò con gli integratori,
col Gatorade e con le barrette energetiche, quindi passò alle bistecche
geneticamente modificate, ma non ci fu niente da fare. In seguito Alberto
vincerà altri Grandi Giri ma la condizione strepitosa del primo Tour non tornò
più. Tentò senza successo di contattare Lorenzo Nigi, di segnalarlo alla sua
squadra, l’Astana, per proporgli un ricco ingaggio, ma nel frattempo il nostro
eroe era stato adocchiato dagli infallibili osservatori FBB.
Adesso il Mastino di Dio è uno dei leader carismatici del Team FBB, vice-
capitano dello stesso, Presidente del club e capo- redattore del settimanale
FBB SPORT NEWS. Chi glielo fa fare di andare in Kazakistan, all’Astana, e guadagnare
4 o 5 milioni di euro all’anno, quando qui ha tutto questo? No, ditemelo voi…
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