lunedì 27 maggio 2013

LORENZO NIGI

LORENZO NIGI IN BREVE
  Lorenzo Nigi ha carattere da vendere, è uno che non molla mai. In pianura, in salita, a cronometro, controvento, sotto l’acqua, ovunque e comunque: piuttosto che l’onta del mollare una buona ruota preferisce un ben più onorevole arresto cardiaco…
   Alberto Contador, tanto per fare un esempio, ama raccontare agli amici un curioso aneddoto. Il tutto successe quando Alberto Contador non era ancora l’Alberto Contador che tutti conosciamo…   
    Mentre si allenava dalle parti di Bolzano per preparare l’imminente Tour de France Alberto sentì un ringhio sommesso alle sue spalle. Pensò trattarsi del suo amicone Gennarino Gattuso ma quando si voltò, grande fu la sorpresa nello scorgere alla sua ruota un tizio con la barbetta di 10 giorni che mordeva il manubrio della bicicletta come se fosse una succulenta tibia da disossare. Era il Mastino di Dio, come in seguito Auro Bulbarelli durante la telecronaca della sagra del brigidino a Lamporecchio soprannominerà Lorenzo Nigi. Ebbe paura, Contador, e come dargli torto?, perché quegli occhi indemoniati sembravano particolarmente interessati al suo polpaccio destro. Rabbrividì al pensiero di presentarsi alla partenza dell’imminente Tour con un calco di 32 denti sul polpaccio e così, tanto per non incorrere in imbarazzanti inconvenienti, decise di accelerare l’andatura e di mettere quanta più strada possibile tra sé e l’estraneo. Cominciò di buona lena ad ascendere il passo del Tonale, aumentando progressivamente la velocità (il contachilometri toccò i 68 all’ora), arrivò in cima in 8 minuti esatti e quello era sempre dietro, con un filo di fiatone, forse, ma appiccicato alla sua ruota come un bambino alla gonna della mamma. Si lanciò in discesa a rotta di collo, tagliò un paio di tornanti, uscendo di strada e disboscando mezza riserva naturale, ma quello era sempre dietro. Scalarono e poi discesero il Mortirolo e subito dopo l’Aprica e quello era sempre dietro.  Anzi, talvolta gli zompava persino davanti, come sfidandolo a fare di più. Attaccarono lo Stelvio e indovinate un po’? Quello era sempre dietro… Sul cucuzzolo dello Stelvio, esausto, dopo 368 km su e giù per le montagne, Alberto dovette fermarsi a riprendere fiato, pronto comunque a vendere cara la tibia. Con grande stupore vide che però quello tirò dritto, dietro alla ruota di Ivan Basso che nel frattempo si era unito alla combriccola.
   Poche settimane dopo Alberto Contador, grazie all’ottimo allenamento di quel giorno, vinse il suo primo Tour de France. Invano, negli anni successivi, cercò di ritrovare la stessa condizione fisica: ci provò con gli integratori, col Gatorade e con le barrette energetiche, quindi passò alle bistecche geneticamente modificate, ma non ci fu niente da fare. In seguito Alberto vincerà altri Grandi Giri ma la condizione strepitosa del primo Tour non tornò più. Tentò senza successo di contattare Lorenzo Nigi, di segnalarlo alla sua squadra, l’Astana, per proporgli un ricco ingaggio, ma nel frattempo il nostro eroe era stato adocchiato dagli infallibili osservatori FBB.

   Adesso il Mastino di Dio è uno dei leader carismatici del Team FBB, vice- capitano dello stesso, Presidente del club e capo- redattore del settimanale FBB SPORT NEWS. Chi glielo fa fare di andare in Kazakistan, all’Astana, e guadagnare 4 o 5 milioni di euro all’anno, quando qui ha tutto questo? No, ditemelo voi…

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