lunedì 17 marzo 2014

CRONACA DEL 15- 16 MARZO 2014

LA SORPRESA
LA MATRICOLA CARDILLO SI AGGIUDICA LA TAPPA, AGGANCIA IL 2° POSTO E METTE NEL MIRINO COLLINS. L’AMERICANO, PERO’, IMPREZIOSISCE LA SUA CLASSIFICA CON UN ALTRO WEEKEND IMPORTANTE. SALGONO POLITI, CARPITELLI, CELLINI E MILNER. POI, IL VUOTO

Qualcosa. Ma cosa, di preciso, Max non avrebbe saputo dire. Una sensazione. Niente di più. Come un brivido sulla pelle. O un vuoto nell’anima. C’erano delle ombre e a volte gli sembrava di scorgere dei movimenti, davanti, dietro, intorno, ma tutto era confuso e ambiguo e alieno. Forse era solo il brandello di un sogno, o il frammento di un delirio.
Qualche volta, molto raramente ma con sempre maggiore frequenza, si fermava come incantato a fissare un non ben definito punto davanti a sé. Se ci fosse stato qualcuno nei dintorni quel qualcuno avrebbe di certo notato la sua espressione ebete: la bocca aperta, gli occhi spalancati, lo sguardo assente. Ma nei dintorni non c’era mai nessuno. In quei momenti, Max pensava. Al senso della vita, sostanzialmente. Era preso da una irrequietezza così cosmica da chiedersi se non ci fosse altro, oltre a quello che aveva intorno. Si chiedeva se ci fosse vita, oltre al mondo conosciuto. Si chiedeva da dove era venuto e dove era destinato ad andare. Fantasticava. Immaginava. Congetturava. Talvolta gli sembrava persino che qualcuno chiamasse il suo nome.  Allora si scuoteva dal torpore: si guardava intorno, un po’ impaurito, un po’ speranzoso, prima di scoprire, con imbarazzo e delusione, di aver forse sognato tutto.
Questa, comunque, non era una di quelle volte.
Max aveva una giornata molto piena, sapete?, e il tempo per pensare era davvero poco. Adesso, per esempio, era impegnato a fare una delle tre cose che scandivano la sua giornata: mangiare. Il cibo non mancava mai. Pioveva dal cielo, letteralmente, a intervalli regolari, era abbondante, gustoso, nutriente. Se ne riempiva la pancia fino a scoppiare.
Il secondo impegno che gli sottraeva molto tempo era dormire (tanto). E quando si svegliava non c’era altro da fare che girare in senso orario lungo il perimetro di vetro che delimitava il suo spazio vitale (a volte, per cambiare, anche in senso antiorario) finché il cibo pioveva di nuovo dal cielo e il ciclo ricominciava. Nonostante una conduzione piuttosto monotona, c’erano comunque i presupposti per credere che la vita fosse bella. E Max ne era convinto, in fondo. Molto in fondo. Perché voleva di più. In un modo che non capiva a pieno, che gli sfuggiva come sfugge una parola sulla punta della lingua: è lì, ce l’hai, ma non è tua.
Max era un pesce rosso e viveva in una boccia di vetro più o meno delle dimensioni di un pallone da basket. Ma lui questo non lo sapeva, e anche se glielo aveste detto non avrebbe capito perché non aveva mai avuto occasione di fare due tiri a canestro. Per Max quella boccia era un mondo intero perché non aveva mai visto altro in vita sua. Aveva un ciottolo sotto il quale dormire, aveva un’alga finta intorno alla quale girare, aveva da mangiare più di quel che riusciva davvero a mangiare. A parte più o meno giustificate irrequietezze interiori, aveva tutto quel che un pesce rosso può desiderare. La vita era proprio bella!
Davvero? Sì! Insomma, abbastanza… Bé, ok, magari c’è di più ma va bene così. No, chi voglio prendere in giro: ci deve essere altro!

I desideri non sempre si avverano ma a volte sì. E quando succede spesso è grazie ai modi più fantasiosi. Il desiderio di Max si avverò grazie ad uno sciacquone. Oh, non che Max conoscesse questa parola, intendiamoci. E men che meno era a conoscenza dell’esistenza di un meccanismo che, di solito, serve per ripulire una tazza di ceramica da ogni genere di rifiuto organico umano. E’ un po’ lo stesso discorso del pallone da basket. Lui ne subì solo le conseguenze: un risucchio, un lunghissimo tunnel buio, tubature sempre più grandi, cose di ogni genere ad accompagnarlo nel viaggio, una luce, un salto nel vuoto.
Quello che all’improvviso si spalancò davanti ai suoi occhi era qualcosa che non aveva mai immaginato. Un mondo pullulante di colori, vita, vita frenetica, sfumature indescrivibili, pesci come lui, altri più grandi, altri molto più grandi, a branchi, solitari, sassi, sabbia, flora, coralli, e poi spostandosi più in là, pesci senza pinne, pesci tondi, piatti, lunghi, larghi, corti, colorati, neri, grigi, a righe, a pallini, e poi spostandosi ancora più in là piante gialle, verdi, rosse, mammiferi enormi, creature con i tentacoli, pesci brutti, pesci belli, cose a cui era difficile dare un nome, pesci che sembravano sassi, sassi che sembravano piante, piante che erano pesci…
Rimpianse mai, Max, il mondo sicuro e confortevole da cui proveniva? La volta in cui uno squalo tentò di papparselo per colazione, in effetti, un po’ sì. E fu sopraffatto da seri dubbi anche quella volta in cui sfuggì per un pelo ai tentacoli di un mostro orrendo. Ma in generale, no. Decisamente no. Quel mondo nuovo era una giostra di emozioni, un carosello di suggestioni, era enorme, sterminato, senza confini… infinito.
Max imparò che il cibo non cadeva dal cielo ma andava trovato spulciando tra le rocce, le piante, i sassi. Imparò che il pesce più grande mangia il pesce più piccolo, imparò a spostarsi insieme ad altri pesci, imparò a spostarsi da solo, conobbe una pesciolina rossa come lui, se ne innamorò, visse, sopravvisse innumerevoli volte e continuò a spostarsi, conoscendo, vedendo, mangiando, sfuggendo…
E si spostò.
E si spostò.
E si spostò.
Finché un giorno scoprì l’amara verità: l’oceano era solo un’altra boccia di vetro. Più grande di quella da cui proveniva ma pur sempre un contenitore limitato.
Mentre fissava il vuoto, la bocca aperta, lo sguardo vacuo, Max si chiese se ci fosse dell’altro, da qualche parte.
>>><<< 
Cosa c’entra questa storia con il campionato sociale FBB?
In effetti non saprei. Forse che è inutile desiderare di meglio, cercare in altre galassie sarebbe solo una perdita di tempo: se siete già protagonisti nel campionato più bello in assoluto, cosa si può pretendere di più?

“Potrei vivere in un guscio di noce e considerarmi re di uno spazio infinito, se non fosse per certi brutti sogni” (W. Shakespeare, Amleto, Atto II, Scena II).

CLASSIFICA DI TAPPA
CLASSIFICA GENERALE
(prime 10 posizioni)
Cardillo Margherita
3,2
punti
Collins Mark
12,2
punti
Carpitelli Agnese
3
punti
Cardillo Margherita
a
2,3
punti
Collins Mark
2,6
punti
Nigi Lorenzo
"
punti
Politi Alessio
2,5
punti
Volpi Andrea
a
2,7
punti
Karlsson Leif
2
punti
Politi Alessio
a
4,8
punti
Milner Rebecca
2
punti
Carpitelli Agnese
a
5,2
punti
Nigi Lorenzo
2
punti
Cellini Andrea
a
5,3
punti
Volpi Andrea
2
punti
Milner Rebecca
a
6,5
punti
Zucco Terenzio
2
punti
Lacalamita Luca
a
7,7
punti
Adams Amanda
1
punto
Pieraccioni Paolo
a
8
punti
Cellini Andrea
1
punto
Martini Andrea
1
punto
CLASSIFICA DEL SABATO
Mcateer Gerrard
1
punto
Ponti David
1
punto
Cardillo Margherita
4
punti
Volpi Andrea
4
punti
CLASSIFICA RADUNI
Carpitelli Agnese
3
punti
Collins Mark
2
punti
Cardillo Margherita
4
punti
Milner Rebecca
2
punti
Carpitelli Agnese
4
punti
Collins Mark
4
punti
Nigi Lorenzo
4
punti
Politi Alessio
4
punti
Volpi Andrea
4
punti



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