lunedì 16 giugno 2014

CRONACA DEL 14- 15 GIUGNO 2014

L’ATTACCO
CICLOTOUR DEL MUGELLO FUNESTATO DAL MALTEMPO: PONTI PRENDE IL LARGO, VOLPI LIMITA I DANNI, COLLINS RESISTE, NIGI CROLLA, CARDILLO PRECIPITA. CLASSIFICA LUNGHISSIMA


COLORADO JOLLINS E LA BICICLETTA D’ORO DELL’INVINCIBILITA’ (3a E ULTIMA PARTE)

RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI: Janadolf Ullrichler e la Deutche SS Telefunken zu Pedalen vogliono mettere le mani sulla mitica Bicicletta d’Oro dell’Invincibilità per dominare il campionato FBB. Colorado Jollins, professore di biciclettologia nel quotidiano e avventuriero del pedale a tempo perso, non può certo permettere che ciò accada…
(Se vuoi leggere la prima puntata, clicca qui)
(Se vuoi leggere la seconda puntata, clicca qui)

Colorado Jollins, ebbene sì, acquistò qualcosina dal catalogo del misterioso tipo.  Per esempio, la SemprePiena, la borraccia di ultima generazione. Gli tornò utile perché erano ormai 9 ore che pedalava sotto il sole feroce di luglio e se non l’avesse avuta con sé sarebbe di certo morto di sete. La SemprePiena era una borraccia che, tramite un lunghissimo tubo di gomma, era  collegata ad un generatore a pressione di soluzione liquida integrata da istallare a casa. Si poteva avere alla modica cifra di 8.000 euro IVA esclusa + le spese di spedizione e il montaggio (la borraccia, di per sé, costava poco, appena 1 euro, erano il generatore e i chilometri di tubo a costicchiare un po’). L’unica noia era che a volte il tubo si impigliava nei rami di un albero o intorno ai pali della luce…
Colorado Jollins e Janadolph Ullrichler si resero conto che arrivare in cima al Panzano non sarebbe stato facile come credevano. La Montagna Avvitata si chiamava così per una ragione tanto semplice quanto inimmaginabile: una leva segreta (della quale re e sindaci di Piazza si tramandano l’esistenza da millenni) metteva in funzione un meccanismo antichissimo che la faceva ruotare su se stessa in senso contrario a quello di marcia. Per cui, da un certo punto in poi, avanzare non solo era molto difficile ma addirittura impossibile, dal momento che la velocità di rotazione aumentava sensibilmente e inesorabilmente ogni 3 minuti. Nel caso in cui fossero scivolati giù giù giù fino al punto di partenza… bè, quella bocca pneumatica appostata lì, dotata di lunghi denti metallici che si chiudevano di schianto sull’asfalto, sbriciolandolo, avrebbe decretato il game over.
Colorado Jollins non si scoraggiò. “Il sospiro del ciclista… il… sospiro… del ciclista… quando un ciclista sospira?” Continuava a ripetersi, pedalando vorticosamente, sudando come non mai ma reintegrando tutto grazie alla SemprePiena. Poi, quando ormai i denti erano a pochi centimetri dal fondello dei suoi calzoni, capì. Tirò fuori dal sacco sotto al sellino il secondo acquisto fatto dal catalogo, lo impugnò, lo fece schioccare un paio di volte e lo usò come meglio non avrebbe potuto e come mai avrebbe immaginato. (A sto punto scattò la colonna sonora, ma la sentiva solo Colorado nella sua testa, se volete sentirla anche voi ormai sapete come fare). La frusta sibilò nell’aria e  si annodò intorno al tronco di un albero. Colorado strattonò con tutta la forza che aveva, si alzò sui pedali e si lanciò su per la salita trascinandosi dietro Janadolf (il quale fece appena in tempo ad acchiappare il collega per il colletto della camicia) con annesso il carro armato a pedali. Dei gregari della Deutche SS Telefunken zu Pedalen… bè, in seguito qualcuno li cercò per un po’, ma ormai oggi tutti temono il peggio.
“Quando… uff… un ciclista… pant… sospira? Quando arriva in cima alla montagna!” Esclamò Colorado producendosi nello sforzo decisivo, sospirando di soddisfazione e arrivando in vetta a braccia alzate.
 “Ben fatto!” Esclamò Massimo Elpidio nei pressi di un albero. Senza dare troppo nell’occhio abbassò un finto ramo e, con un forte rumore di ingranaggi arrugginiti, il movimento rotante della montagna all’improvviso si arrestò. “Siete pronti per la seconda prova?”
“Il Nome del Ciclista…”
“Esatto! Allegria!”
 “Per passare questa prova dovete rispondere ad una semplicissima domanda!” Esclamò Massimo Elpidio Major Elpidi sfoggiando un enorme e smagliante sorriso a 32 denti. “Allegria! Ricordate, però, che se sbagliate, quella mattonella su cui vi trovate si spalancherà e precipiterete dritti all’inferno! Pronti?”
Colorado e Janadolph Ullrichler si scambiarono un’occhiata d’intesa: di ciclismo ne sapevano abbastanza, avevano ottime chance di farcela.

“Fate bene attenzione. 21 maggio 1934, 3a tappa del giro del Punjab, Jalandhar- Patiala, 756 km, vince allo sprint Otina, che aveva la caratteristica di fumare sigarette mentre pedalava… Mi dovete dire, lettera per lettera, il suo nome di battesimo all’anagrafe!”
“Zì, mi zempra di afere zentito parlare di lui… Mhmm… o forze nein… Zuoi amiken lo kiamafano Nick, ma kvesto era solo ein diminutiven… Zuo fero nomen ezzere Nicola… Quindi: N… I…?”
“No!” Intervenne Colorado, giusto in tempo per impedire alla mattonella di aprirsi sull’abisso. “Zua mutter… cioè sua madre… era polacca!”
“’Azz! Ezzere fero! Zuo nomen alla anagraphen, ja!”
“N… Y… C… mmmmhmmmfff!...” Stavolta fu Janadolf ad intervenire tempestivamente tappando la bocca al collega. La mattonella tremò vigorosamente ma non si spalancò.
“Achtung!” Sibilò al suo orecchio. “Tu non dimentikare zuo pappo!”
“Chi?!”
“Zuo pappo!”
“Ah, i’ su’ babbo”
“Ja! Lui era…”
“… toscano, giusto! Quindi: N… Y… H… O… L… A! Nyhola! Nick Otina!”
“Mhm, ok” Ammise Massimo Elpidio, con una piccola nota di disappunto nella voce. Infatti, pensò: nessuno da oltre 700 anni è riuscito a superare le prime due prove. “Bravini… Sì, davvero, niente male…”
“E adezzo? Koza aspettare a noi?”
“Il sentiero del ciclista…” Mormorò Colorado Jollins. “Solo lanciandosi senza freni giù per il sentiero egli dimostrerà di essere degno della Bicicletta…”
“Eeesatto!!! La terza prova” Sentenziò Massimo Elpidio riprendendo vigore.
“E kvale ezzere sentieren?”
“Ma questo, naturalmente!”

Colorado Jollins e Janadolf Ullrichler si sporsero sul ciglio del burrone e guardarono giù. Il problema non era tanto la pendenza dell’86%, o il fatto che il sentiero neanche si vedesse, né tantomeno i massicci tronchi degli alberi o le rocce aguzze che spuntavano minacciose come denti dalla vegetazione, o il dover affrontare il tutto senza freni (Massimo Elpidio si era già premurato di sistemare Wilier e carro armato a pedali)… No, il problema erano…
“… Le trappole!” Esclamò Massimo Elpidio.
“Koza fazziamo?” Chiese Janadolf. “Torniamo indie…?”
Colorado non poteva tornare indietro per una semplice ragione (sì, sì, certo, sostanzialmente perché lui era l’eroe di questa storia e gli eroi non si arrendono mai, certo, certo, questo è ovvio, ma c’era un’altra cosa…): quando nella sua testa parte la musica niente per lui è impossibile!
Yyuhuuuuuuuuuuuuuuuuuu!”
Così, mentre l’urlo si affievoliva sempre di più, a Janadolf non rimase altro da fare che lanciarsi a sua volta giù per il precipizio.

Colorado Jollins evitò agilmente alberi e scansò lesto rocce acuminate come coltelli ma suo malgrado fece anche scattare malefiche trappole nascoste. Per un lungo tratto venne rincorso da un enorme masso staccatosi dalla collina (riuscì ad evitare di essere schiacciato aggrappandosi all’ultimo momento al robusto ramo di un albero e compiendo una spettacolare girandola di 360°), quindi ad un certo punto schivò con grande prontezza di riflessi una pioggia di frecce infuocate, e ancora con un gran balzo saltò un burrone sul cui fondo erano piantate aguzze lance arrugginite (ne approfittò per fare un po’ di free styling, così, giusto per i fan), arrivò in fondo alla valle a tale velocità che risalì il versante opposto quasi senza bisogno di pedalare, continuò a scansare rocce, alberi, buche, ghepardi, orsi, sabbie mobili, si districò in mezzo ad una antichissima tribù di aborigeni con le loro cerbottane avvelenate, sopravvisse all’attacco di uno stormo di enormi pipistrelli/ vampiri affamati, finché…
(Janadolf Ullrichler, da par suo, sostanzialmente trovò gran parte delle trappole disinnescate, ma ebbe qualche difficoltà a manovrare il carro armato a pedali lungo la sinuosità dello strettissimo sentiero. Per un po’ se la cavò asfaltando alberi, cespugli e rovi ma arrivato in fondo alla conca alla velocità di 681 km/h non riuscì ad evitare quella dannata roccia messa lì a mo di parabolica: il carro armato spiccò il volo verso il cielo, roteò più volte su se stesso in orizzontale e in verticale, quindi si perse tra le nuvole)
… si lasciò alle spalle l’ultimo albero, la salita finì all’improvviso e la bicicletta si impennò, sorvolò le sparute abitazioni di Piazza, sfondò una finestra e atterrò nel soggiorno di una casa. E GRANDE fu la sorpresa di Colorado nel vedere, protetta da una teca, la Bicicletta d’Oro dell’Invincibilità!
“Vi stav… Ah sei solo tu… TI stavo aspettando” Massimo Elpidio ancora una volta era già lì, in piedi accanto alla teca.
“La Bicicletta…” Mormorò Colorado, e per l’emozione gli fischiarono le orecchie. No, non era un fischio. Non esattamente. Era…  “Lo senti anche tu?”
“Cosa? No, io non sento niente”
“Sembra…”
“Bando alle ciance. La Bicicletta è tua…”
“… come un…”
“… sempre che tu riesca ad aprire la teca, naturalmente. E’ composta da una antichissima lega speciale super infrangibile a prova di…”
“… lamento!”
“… no, che a prova di lamento! A prova di tutto! Pensa, potrebbe romperla solo un…”
Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!
La bomba esplose, il boato fu assordante e il mondo sembrò essere arrivato al capolinea. Il soffitto crollò, i muri della casa implosero e su tutta Piazza piovvero polvere e calcinacci per un buon quarto d’ora. Solo che non era una bomba quella che scoppiò. Quando finalmente qualche timido raggio di sole riuscì a filtrare attraverso quella piccola apocalisse fu chiaro l’accaduto.
“… solo un carro armato a pedali in caduta libera dalla stratosfera” Concluse Massimo Elpidio Mayor Elpidi, subito prima di sedersi su un rudere, prendersi la testa tra le mani e mettersi a piangere.
Janadolf Ullrichler se ne stava lì, nel suo carro armato, un po’ intontito ma incolume. La teca era distrutta ma la Bicicletta era miracolosamente scampata al disastro. Quando se ne accorse, saltò giù ed esclamò: “La Bizikletta è nostren! Kolorado, ze l’abbiamo fatten! E’ nostren!” E la inforcò.
“Sì” Confermò Massimo Elpidio tra un singhiozzo e l’altro. “E’ vostra… ma, ricordate, usatela con molto giudizio”
“E’ nostra, Kolorado! Pozziam… Ehmm, pozzo vinzere l’FBB Championship!” E cominciò a pedalare tutt’intorno, zigzagando tra alberi e macerie.
Ad un certo punto la terra fu scossa da un fremito. All’inizio solo un pigro sbadiglio ma presto una piccola crepa divise a metà Piazza.
“Elpidio il Grande fu un modesto re goto…” Rimuginò Colorado.
“… ossessionato da manie di grandezza…” Proseguì Massimo Elpidio.
“… nonostante i suoi sforzi, ma soprattutto a causa della sua incapacità dittatorio- imprenditoriale, Azzaip non progredì mai e…”
“… rimase un piccolo regno di 32 mq, per secoli e secoli, fino ad oggi…”
“… per questo Khftryhjn, dio nordico e misericordioso, mosso a compassione…”
“… regalò al re la Bicicletta d’oro dell’Invincibilità…”
“… affinché potesse, almeno, dominare su una cosa:…”
“… il campionato locale di ciclismo…”
“… Elpidio il Grande vinse il campionato per 58 anni consecutivi e…”
“… così anche tutti i suoi discendenti, ma…”
“…Khftryhjn mise una condizione…”
“… una sola condizione…”
“Ullrichler!” Urlò Colorado sperando che non fosse troppo tardi. “Fermo!!!”
Stavolta la terra tremò con violenza inaudita e la crepa divenne una enorme bocca famelica che inghiottì il carro armato a pedali in un sol boccone. Ullrichler perse l’equilibrio e cadde dalla Bicicletta, ma si salvò acchiappando un sasso sporgente e rimase penzoloni nel vuoto. La Bicicletta scivolò nel dirupo impigliandosi nelle radici di un albero un paio di metri più in basso.
Colorado Jollins si sdraiò sulla nuda terra e prese una mano del rivale. Cercò di tirarlo su ma questi oppose resistenza.
“Lascia stare la Bicicletta!” Urlò Colorado.
“Il kampionato FBB sarà mi… nostren, Kolorado!”
“Non capisci: la Bicicletta è invincibile solo all’interno dei 32 mq di Piazza! Non può uscire dai suoi confini! Crolla tutto!”
“La pozzo prenderen! Ci zono kvasi!”
“Ma ci sei o ci fai?! Elpido ha vinto solo il campionato locale! Nient’altro!”
“Ankora un pokettinen…”
“Non riesco a reggerti!”
Nel momento in cui Ullrichler toccò con un dito il manubrio della Bicicletta, la situazione degenerò definitivamente: la terra si sconquassò di nuovo con violenza, Colorado perse la presa e Janadolf venne inghiottito dalla voragine insieme all’oggetto del suo desiderio. Il tutto, durò solo un paio di secondi, dopodiché la bocca si richiuse e tutto parve tornare normale.
“La Bicicletta…” Mormorò Massimo Elpidio e una lacrimuccia rigò la sua guancia.
“Mi dispiace” Convenne Colorado.
“Ma forse è meglio così. Che cosa ci insegna questa storia?” Chiese Massimo Elpidio nella speranza di consolarsi con una perla di saggezza.
Colorado ci pensò su un attimo, poi si strinse nelle spalle. “E che ne so”
Detto questo si calcò il cappello/ casco sulla testa, inforcò la sua Wilier, salutò Massimo Elpidio Mayor Elpidi, aspettò 9 minuti che nella sua testa partisse la colonna sonora (senza non andrebbe da nessuna parte) e, benedetto dai tenui raggi del tramonto chiantigiano, pedalò incontro alla sua prossima avventura.

Fine?
Un attimo, ci sono ancora un paio di cosette.
Come ci insegna il cinema, i cattivi non muoiono (quasi) mai per cui, statene certi, sentiremo ancora parlare di Janadolf Ullrichler. Probabilmente a quest’ora sarà sbucato in Cina o in Bangladesh e starà escogitando altri modi per mettere le mani sul campionato FBB. Ne sono sicuro, tornerà più agguerrito di prima.
Il misterioso personaggio vestito di nero seguì con interesse tutta la vicenda tenendosi sempre a debita distanza. Ci rimase un po’ male quando la Bicicletta d’Oro dell’Invincibilità andò perduta, ma tant’è, se ne fece presto una ragione. Certo, gli sarebbe piaciuto da morire aggiungerla alla sua collezione di cimeli mitologici accanto alla borraccia di Pandora (in pochi sanno che non era un vaso, ma questa storia forse la racconteremo un’altra volta) o la pompa nella roccia di Re Artù (si vede solo il manico e chissà perché tutti pensano che sia una spada…) nel famoso e a sua volta mitologico FBB Museum, nelle segrete più segrete di via San Zanobi, proprio accanto alla FBB Junior School, la rinomata scuola dove vengono fatti crescere i giovani talenti e di cui abbiamo già accennato in un'altra storia. Ma andava bene così. Per adesso.

Fine?
Stavolta è davvero tutto, sì.

CLASSIFICA DI TAPPA
CLASSIFICA GENERALE
(prime 20 posizioni)
1.
Ponti David
4,2
punti
1.
Ponti David
48,5
punti
2.
Collins Mark
3,3
punti
2.
Volpi Andrea
4,6
punti
3.
Cappelli Leonardo
3
punti
3.
Collins Mark
8,4
punti
4.
Chiuri Paolo
3
punti
4.
Nigi Lorenzo
14,7
punti
5.
Volpi Andrea
1,8
punti
5.
Cardillo Margherita
20,4
punti
6.
Loddo Gianluca
1,3
punti
6.
Politi Alessio
25,7
punti
7.
Di Giampietro Pietro
1,2
punti
7.
Milner Rebecca
26,1
punti
8.
Pasquini Marco
1,2
punti
8.
Testa Daniele
26,3
punti
9.
Durazzi Luca
28,6
punti
CLASSIFICA RADUNI
10.
Carpitelli Agnese
29,3
punti
(prime posizioni)
11.
Cellini Andrea
31,1
punti
1.
Nigi Lorenzo
17
punti
12.
Berchielli Francesca
31,3
punti
2.
Volpi Andrea
17
punti
13.
McAteer Gerrard
31,4
punti
3.
Ponti David
15
punti
14.
Lacalamita Luca
33,5
punti
4.
Collins Mark
14
punti
15.
Zucco Terenzio
"
5.
Durazzi Luca
13
punti
16.
Di Giampietro Pietro
33,7
punti
6.
Cardillo Margherita
11
punti
17.
Adams Amanda
34,8
punti
7.
McAteer Gerrard
11
punti
18.
Pasquini Marco
36,1
punti
19.
Karlsson Leif
36,5
punti
CLASSIFICA MF/ GF
20.
Pieraccioni Paolo
38,3
punti
(prime posizioni)
1.
Testa Daniele
10
punti
CLASSIFICA DEL SABATO
2.
Zucco Terenzio
6
punti
(prime posizioni)
3.
Lacalamita Luca
5
punti
1.
Ponti David
10
punti
4.
Longhini Stefano
5
punti
2.
Cardillo Margherita
8
punti
5.
Carpitelli Agnese
4
punti
3.
Collins Mark
8
punti
6
Nigi Lorenzo
4
punti
4.
Carpitelli Agnese
6,5
punti
7.
Volpi Andrea
4
punti
5.
Volpi Andrea
6
punti


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