lunedì 20 maggio 2013

REBECCA MILNER

REBECCA IN BREVE

Rebecca Milner cresce ciclisticamente a Taunton, una microscopica cittadina del Regno Unito immersa nella brughiera che neanche lei sa indicare sulla mappa stradale, quindi non chiedetele dov’è. All’età di 4 anni, durante una passeggiata al parco col triciclo insieme ad un amichetto (tale Bradley Wiggins) viene notata da un osservatore del Team Sky. Dopo un veloce e (forse) frettoloso provino, il Team Sky scelse, chissà come o perché, l’amichetto. Ma il tempo della rivincita, per Rebecca, si farà attendere poco: infatti, appena tre decenni dopo, un osservatore Florence by Bike (che nel suo pellegrinare in giro per il mondo alla ricerca di talenti un bel dì si perse nella brughiera e lì vagò per anni, invecchiando, ma sopravvivendo nutrendosi di fiori di brugo), la vide mentre tornava a casa dal lavoro in sella al suo biciclo del 1893 ereditato dal trisavolo Jeronimus Milner e tra sé e sé pensò, non senza soddisfazione per avere infine portato a termine il suo incarico: “Questa qui e la c’ha talento!”. Convinta dall’entusiasmo dell’osservatore, l’allora presidente FBB Lia Cedro prese il primo volo per Londra, un taxi fino a Southampton, quindi un trattore per inoltrarsi nella brughiera e, su indicazioni sbagliate di un buontempone locale, un aliscafo che, risalendo il fiume Test, la portò fuori strada fino a Chilbolton; ma Lia Cedro non si scoraggiò: corse a perdifiato fino a Salisbury dove noleggiò un cavallo, prese 4 autobus a Gillingham, un motorino a Bridgewater e infine percorse gli ultimi 36 km con un monopattino; affrontò una snervante trattativa non stop di 58 ore col procuratore della Milner e alla fine riuscì a strappare un buon prezzo per assicurarsi le prestazioni dell’astro nascente. Caricati i bagagli, la sfinita Lia Cedro e il vecchio osservatore FBB sul biciclo del trisavolo, Rebecca Milner pedalò di buona lena (e gonfia di entusiasmo per l’occasione che le si spalancava davanti) tutta la strada a ritroso; a Londra si imbarcò sul primo volo per l’Italia e quando finalmente giunse a Firenze scoprì che un’amara sorpresa era lì che l’attendeva: il team FBB è l’unico al mondo che non passa le biciclette ai propri atleti ma gliele fa pagare. Rebecca inizialmente partecipò alle prime gare col suo vecchio biciclo ma presto dovette arrendersi all’evidenza e col primo stipendio FBB comprò una bicicletta da corsa nuova fiammante. Oggi, ne siamo convinti, visti i recenti risultati raggiunti da Rebecca, quelli del Team Sky si staranno mordendo le mani per non averla ingaggiata a suo tempo…

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