sabato 29 giugno 2013

ANDREA MARTINI E LA SFIDA EPOCALE

   Vi siete mai chiesti come si diventa Capitani di un Team ciclistico? Ci sono molti modi, in effetti: per anzianità, per meriti sportivi, per carisma… Andrea Martini intraprese, suo malgrado, la strada più difficile. E oggi, tutti noi Ciclisti, gliene siamo grati.

   Ma andiamo con ordine.

   Costante Rubeus Girardengo come tutti i grandi campioni ha avuto un prima e un dopo. Il Prima lo conoscono tutti: gloria al giro d’Italia, alla Milano- Sanremo, al Giro di Lombardia, gloria di qui e gloria di là… Quel che non tutti conoscono è il Dopo. C. Rubeus Girardengo una volta appesa la bicicletta al chiodo arrotondò la pensione facendo il guardiano alla FBB JUNIOR SCHOOL. La FBBJS è una rinomata scuola per Ciclisti, altamente specializzata in tutto, situata al 54 e 10/9r di via San Zanobi, nei sotterranei del negozio, appena prima del Centro della Terra. Un po’ più a sinistra, però.

   Un giorno C. Rubeus Girardengo bussò alla porta di casa di un Andrea Martini allora 11enne rivelandogli una sbalorditiva verità: egli era un Ciclista. Ma non un ciclista qualsiasi, bensì un ciclista con la C maiuscola e in grassetto. Gli attaccò un bottone gigante di 5 ore; gli raccontò che i suoi genitori avevano frequentato la FBBJS, poi gli spiegò il significato del callo che aveva in una zona del corpo piuttosto… intima, quindi lo mise in guardia a proposito di un pericoloso individuo che presto avrebbe incrociato la sua strada e minacciato tutto il Mondo dei Ciclisti con la C maiuscola e in grassetto, infine gli raccontò per filo e per segno tutte le puntate del Tenente Colombo, dalla prima all’ultima.  Fu sul punto di metterlo al corrente anche degli ultimi sviluppi del calciomercato ’69-’70 quando si rese conto che forse stava leggermente divagando.
   Andrea Martini venne bruscamente risvegliato dall’abbiocco quando C. Rubeus Girardengo esclamò: “Orsù, bando alle ciance! Lasciamo immantinente questo mondo di Babbautomobilisti! Seguimi  tosto alla FBBJS! Quello è il tuo posto!”
   E sapete una cosa? Andrea Martini lo seguì di buon grado: prima di tutto perché era sempre stato un fan di C. Rubeus Girardengo e poi perché in fondo lo aveva sempre saputo di essere un Ciclista: quel callo tra le chiappe si adattava perfettamente alla forma della sella di una bicicletta da corsa, lo aveva sempre sospettato.
   Una volta arrivato alla scuola, sotto la supervisione del Gran Mogòl Sebastiante, Andrea Martini si sottopose  alla prova del Casco Parlante. Il Casco Parlante, una volta allacciato sotto il mento, aveva il compito di leggere nella mente delle matricole e smistarle in una delle quattro classi della scuola: gli Scalatori, i Velocisti, i Cronoman e i Passisti Veloci. Andrea Martini finì tra i Velocisti perché velocista in quella stessa scuola era stato suo padre, velocista era stato suo nonno, il suo bis nonno, il trisavolo e così indietro fino al tempo degli Achei. Non c’era verso di sbagliare.
   Andrea Martini si impegnò a fondo negli studi e il rapporto con C. Rubeus Girardengo e con alcuni compagni di corso crebbe fino a diventare una bella amicizia. Ma naturalmente non tutto poteva filare liscio, altrimenti che storia sarebbe? 
   Un giorno il cattivo Valdestrong, un Ciclista muscolosissimo e pieno di vene, un antico allievo che 1.000 anni prima terrorizzava tutti i compagni e vinceva tutte le gare ma che era stato bandito da Sebastiante perché faceva uso incondizionato di doping, si presentò al bandone di via San Zanobi con intenzioni tutt’altro che amichevoli. Egli rivendicava, ruggendo e battendosi feroci pugni sul petto muscoloso, i suoi diritti passati, voleva conquistare la FBBJS e istaurare una dittatura di puro Doping. Inoltre, particolare da non sottovalutare, era geloso da morire del nuovo talento della scuola: Andrea Martini, appunto. I due decisero così di sfidarsi: la US Doping Team da una parte e l’ASD Veloclub FBB dall’altra. Chi avesse vinto la sfida avrebbe regnato sulla scuola, in saecula saeculorum, senza più discussioni.
   Pronti via, la US Doping Team controllò a lungo la gara: Valdestrong mise in testa a tirare i suoi Centauri e fu difficile tentare una fuga. Andrea Martini pagò leggermente la lunga salita di 600 km attraverso la Foresta Proibita ma limitò i danni grazie all’aiuto dei suoi fidati gregari ed in discesa recuperò lo svantaggio di 3h08’36’’. Dopo altri 5.200 km di sostanziale equilibrio, si arrivò alla volata di gruppo. Le due squadre si organizzarono, si formarono due lunghi treni paralleli. Sul lungo rettilineo finale, Valdestrong frustò i Centauri ordinando loro di tirargli anche la volata, la velocità del gruppo crebbe fino a toccare i 387 km/h, le ruote delle biciclette cominciarono a staccarsi da terra e poi le biciclette stesse presero a volare. Alla fine, Andrea Martini e Valdestrong si ritrovarono l’uno di fianco all’altro, soli e lanciatissimi verso il trionfo o il dramma. Andrea Martini prese astutamente la scia del rivale, strinse i denti e al momento opportuno si alzò sui pedali e sferrò il suo attacco…

   Si dovette studiare il fotofinish per 6 ore, prima di dichiarare il vincitore. Andrea Martini non seppe di aver vinto se non tre giorni dopo, perché appena tagliato il traguardo era crollato a terra esausto.
   Quando riaprì gli occhi, si trovava alla scuola FBBJS e tutti i suoi amici, C. Rubeus Girardengo e persino Sebastiante, uno dopo l’altro, salirono sulla cattedra esclamando: “Oh Capitano, mio capitano!” (Va bene, miei cari, forse qui abbiamo sconfinato in un’altra storia).
   Andrea Martini da allora divenne il Capitano, il Leader Assoluto, l’uomo di riferimento. Crebbe, lasciò la scuola, si sposò, ebbe dei figli e continuò in prima squadra la sua ineguagliabile carriera.
   Valdestrong? Nessuno ha più sue notizie da molto tempo, ormai…


   NOTA DEL VOSTRO CRONISTA: Se leggendo questa cronaca avete trovato riferimenti a fatti o storie già raccontate da altri, sappiate che mai come questa volta la finzione ha preso spunto dalla realtà.

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