sabato 1 giugno 2013

MORENO MEATTINI

CHI E’ MORENO MEATTINI
Il C.I.C.A.P. (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale), fin dal giorno della sua fondazione, studia il fenomeno Meattini con molto interesse e per lui ha coniato una nuova sigla: Z.I.O. (Zooming Italian Object).
Ma andiamo con ordine.
Moreno Meattini sfreccia con la sua bicicletta da queste parti da molti decenni, quanti con esattezza è difficile da stabilire. Molti scienziati e studiosi hanno dedicato la vita ad osservare il fenomeno ZIO senza però giungere a niente di concreto.
Roberto Giacobbo, per esempio, in una puntata di Voyager, sostiene che Moreno Meattini non sia di questo mondo ma sbuchi all’improvviso da una dimensione parallela. Dalla NASA, Argo Rithem dimostra, rendendo pubblici incomprensibili tabulati che solo lui riesce a decifrare, che abbia percorso con la sua bicicletta così tanti chilometri da poter raggiungere la luna e tornare indietro almeno tre volte. Storici di fama mondiale come Immacolato Sottolano e Santo Maddio, appoggiano la teoria che lo ZIO abbia avuto un ruolo fondamentale nell’unità d’Italia. Uno dei primi ad accorgersi di lui, per l’appunto, fu Garibaldi. Nel bel mezzo della battaglia del Volturno, il nostro eroe nazionale vide sfrecciare, tra giubbe rosse ed esercito borbonico, tra palle di cannone che piovevano dal cielo e schioppettate di fucili, un tizio magro magro in sella ad un destriero di metallo senza zampe ma con due ruote in carbonio con un profilo di 60 mm. Al passaggio del misterioso individuo la battaglia si fermò per un minuto, tra l’incredulità generale, ma solo per un minuto. Garibaldi e le sue giubbe rosse furono lesti ad approfittare dell’imprevisto, cogliere i borboni con le difese abbassate, dargliele di santa ragione e vincere una battaglia fondamentale per il futuro dello stivale.
Gli avvistamenti di Moreno Meattini sono così tanti e si sono susseguiti con regolarità nel corso del ‘900 da non poter essere considerati solo frutto della fantasia o del folklore italiano. Si racconta che, nel 1945, un partigiano con i baffi ed un consunto berretto calcato sulla zucca, in sella ad una futuristica bicicletta, recapitasse dispacci tra l’Appennino Tosco- emiliano e il Mortirolo, e riuscisse a fare tutto il percorso in 45 minuti netti, anda e rianda, più e più volte al giorno.
Il CICAP sta verificando queste e centinaia di altre testimonianze ma al momento non vi è nulla di ufficiale. Lo stesso vostro fedele cronista, una volta, lo ha avvistato alle 5:30 del mattino dalle parti di Montelupo F.no, ovviamente in sella alla sua bicicletta. Apparve come la Madonna appare ai fedeli a Medjugorje o come la Fata Morgana appare al viandante disperso nel deserto: così, dal nulla, dal vapore della nebbia del primo mattino. Accennò un saluto con la mano, come una benedizione o un augurio, con quel suo sorriso furbetto sotto ai baffi, e l’attimo dopo era già sparito dietro la linea dell’orizzonte. Al momento, il vostro fedele reporter è in attesa di essere convocato dal CICAP per deporre la propria testimonianza.

Un caso rarissimo è stato infine documentato il 6 luglio 1979: Moreno Meattini in borghese senza la bicicletta a passeggio per il centro della città. Pare che sia stata la moglie stessa a segnalare l’evento.

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